Le caratteristiche del profeta biblico
Se le caratteristiche elencate sopra non rientrano necessariamente fra le qualità di un profeta biblico, sorge spontanea la domanda: che cos’è un profeta secondo la Bibbia? Abraham Heschel, che ha studiato i caratteri peculiari dei profeti biblici più di ogni altro nella storia, descrive una serie di elementi comuni a tutti i profeti biblici.
I profeti biblici si considerano gli umili strumenti di Dio. Non ritengono di possedere il messaggio. Essi parlano quando Dio li convince tramite visioni, sogni, dialogo diretto o illuminazione. Il messaggio non li accredita presso la società e non ne traggono alcun beneficio personale in termini di reputazione o discepolato. Spesso sono titubanti e preferirebbero sottrarsi alla missione di trasmettere ciò che hanno recepito da Dio, ma la volontà di Dio è al centro delle loro azioni e preoccupazioni.
Nella Bibbia i profeti sembrano essere dotati di una coscienza che vibra un’ottava sopra a quella del resto dell’umanità. Non solo riconoscono tempestivamente il proprio peccato, ma diventano anche la coscienza della comunità a cui appartengono. Quando lo hanno individuato essi denunciano con coraggio qualsiasi peccato individuale e collettivo.
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I profeti si esprimono e si comportano seguendo parametri che la società considera marginali e controcorrente. Osea sposa una prostituta, Ezechiele rifiuta di indossare il lutto per la morte della moglie (cfr. Ezechiele 24:15-18), Geremia rompe un prezioso recipiente di ceramica dal vasaio (cfr. Geremia 19:10) e Isaia va in giro nudo per tre anni. Cfr. Isaia 20:3. Si vestono spesso in modo insolito, vivono in luoghi desolati e si nutrono di cibi speciali. Nella loro vita sembrano alternarsi momenti di grande successo e di profondo isolamento, sofferenza e miseria, come Elia al Carmelo e nella grotta della disperazione.
A parte Daniele, i profeti non sono disposti ad accettare lo status quo. Sono fautori del cambiamento. Dio li chiama a proclamare un messaggio di avvertimento, liberazione, giustizia, pentimento o riforma. Rimettono in discussione anche le tradizioni più sacre dei loro contemporanei, pagando il prezzo della loro audacia in termini di persecuzioni e rigetto. Non tollerano una religione sterile, fatta solo di riti e formalismo. Quando è necessario sono capaci di opporsi al potere politico e religioso per difendere il povero e l’oppresso, come Nathan ed Elia.
I profeti amano la comunità in cui esercitano il loro ministero con un amore leale e costante. Benché siano spesso oggetto di scherno, persecuzioni ed emarginazione per il messaggio di cui sono portatori, essi continuano a svolgere la propria vocazione fino a raggiungere lo scopo prefissato o subire il martirio. A volte possono respingere il mandato che Dio vuole affidare loro, come Giona, ma la maggioranza dimostra una fede caratterizzata dall’amore e dalla perseveranza…
Gli attributi di cui abbiamo parlato sopra identificano i profeti biblici. Ci sembra quindi logico pensare che siano applicabili anche ai profeti post-biblici. Gli avventisti che riconoscono in Ellen G. White un profeta, saranno anche disposti ad accettare il ministero profetico di Giovanna d’Arco, Martin Lutero, John Wesley, Martin Luther King, Desmond Tutu, ecc… Queste persone non solo hanno rivolto ai loro contemporanei un invito radicale al pentimento e alla giustizia, ma hanno indicato in Gesù Cristo l’unica fonte perfetta di verità per l’umanità.
Gesù è il profeta per eccellenza, l’unico perfetto nella storia. Le Sacre Scritture devono la loro autorità al Cristo, non ad autori umani fallibili. Gesù non fornisce solo la corretta interpretazione dell’Antico Testamento, ma è la fonte principale del Nuovo Testamento. Le visioni e i sogni di cui Dio si è servito per comunicare con i profeti non sono mai stati pienamente compresi e trasmessi da questi messaggeri umani. Cfr. Numeri 12:6-8. La Scrittura parla della profezia in termini di “enigmi” in quanto essa non ha la chiarezza o l’autorità della parola diretta di Dio.
Gesù Cristo, il profeta senza difetti, è l’autorivelazione di Dio, la parola ultima e definitiva che Dio ha rivolto agli uomini, in contrasto con la trasmissione imperfetta della rivelazione compiuta dai profeti umani. Cfr. 1 Giovanni 1:1-4. Il ministero del Cristo è superiore e trascende il messaggio di tutti gli altri profeti in tutti i sensi. Cfr. Ebrei 1:1-3. Perciò una chiesa o un gruppo di cristiani diventa colpevole di idolatria quando conferisce a un profeta il diritto di esercitare, sulla propria vita, un’autorità uguale, superiore o in contrasto a quella del Cristo.
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Non è quindi difficile capire perché la Bibbia sottolinei il fatto che la testimonianza di Gesù equivale allo spirito di profezia. Cfr. Apocalisse 19:10. Lo spirito profetico dell’Antico Testamento trova il proprio compimento nel ministero di Gesù Cristo. Il vero spirito profetico vive nella chiesa di Dio perché procede dal Cristo e ricorda all’umanità i principi che egli ha vissuto e insegnato. Gesù mise in guardia contro il proliferare di falsi profeti. Ecco perché è importante mettere alla prova coloro che pretendono di avere un dono profetico, come qualsiasi altro dono, verificando se è in armonia con l’insegnamento e la vita di Gesù”.22
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